L’immobile comprato con i soldi donati da ex suoceri, va restituito dopo la separazione?
Può essere capitato che, per motivi “vari ed eventuali” i genitori del Vostro compagno (poi diventato marito o moglie) abbiano deciso di donare a Voi i soldi per l’acquisto della casa dove, una volta sposati, siete andati a vivere costruendo il nucleo famigliare con il loro amato figlio/a.
Ma ecco che dopo qualche anno la relazione naufraga e decidete di separarvi.
La casa che fine fa?
Nel 2018, la Cassazione ha spiegato che la casa comprata da uno dei due coniugi con i soldi ricevuti in donazione dai propri genitori entra in comunione dei beni.
Questo significa che, se un figlio riceve dal padre un bonifico sul conto corrente e, in regime di comunione con la moglie, acquista poi un immobile, tale bene appartiene per il 50% anche alla donna, la quale ne potrà pertanto rivendicare la proprietà in caso di separazione.
Ma che succede se i soldi vengono invece regalati al genero o alla nuora?
La donazione è irrevocabile
In linea generale, la donazione è un atto irrevocabile.
Non si può, quindi, pretendere la restituzione di un bene –mobile o immobile che sia – ormai regalato.
Anche un bonifico sul conto, eseguito a titolo di contributo per l’acquisto di uno specifico bene (ad esempio, una casa), può definirsi una donazione, o meglio una donazione indiretta.
Anzi, la donazione indiretta, per quanto remunerativa possa essere, non richiede mai l’intervento del notaio come invece la donazione diretta.
La donazione può essere revocata solo per sopravvenienza di figli – ovvero se il donante non aveva o ignorava di avere figli al tempo della donazione – o per ingratitudine, come nel caso di ingiuria o calunnia.
In base a quello che abbiamo appena detto, la Cassazione ha stabilito in passato che, una volta donata la casa al genero o alla nuora, questa non va restituita neanche in caso di separazione tra i coniugi.
Secondo la Corte, non si può revocare una donazione anche se l’intento del donante era, indirettamente, quello di dare un tetto al proprio figlio.
Quindi, a rigor di logica, si potrebbe pensare che anche la casa comprata coi soldi dei suoceri, frutto di una donazione indiretta al genero o alla nuora, vada restituita se la coppia decide di separarsi.
E, invece, questa volta la Cassazione dà risposta negativa.
Ciò perché mancherebbe l’intento liberale, ossia la volontà di realizzare una vera e propria donazione.
È invece indubbio – almeno nel caso deciso dai giudici supremi – che l’intento dei nonni è quello di dare un tetto ai nipoti o al figlio/figlia appena sposato e non quello di arricchire l’affine (ossia il coniuge del figlio/figlia).
Dunque, i suoceri donanti possono esperire nei confronti del genero o della nuora la cosiddetta «azione di arricchimento ingiustificato».
Insomma, dal semplice fatto di aver ricevuto un bonifico sul proprio conto corrente non si può presumere l’esistenza della volontà di una donazione.
Che fine fanno, invece, le donazioni fatte dai suoceri alla nuora o al genero quando la coppia si separa?
Possono essere revocate?
Secondo la giurisprudenza, la separazione o il divorzio tra marito e moglie non consente la revoca della donazione.
I beni ottenuti dai suoceri non vanno restituiti neanche se i regali intervengono quando la coppia è già in crisi e il donatario taccia su tale circostanza.
Secondo la Cassazione, non si può revocare una donazione fatta dal suocero solo a causa del silenzio serbato dalla nuora sull’imminente separazione. Benché il donante fosse ignaro del fatto che il figlio stesse per divorziare, la donazione del suocero alla nuora resta valida.
Quando si può revocare una donazione?
Il codice civile parla chiaro: la donazione si può revocare solo per sopravvenienza di figli o per ingratitudine come nel caso di ingiuria, calunnia o tentato omicidio.
La revoca dei regali fatti alla nuora o al genero non è quindi contemplata neanche se la coppia si separa.