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Diritto della Famiglia e Tutela del Minore

La Legge divorzile stabilisce che il coniuge, se non passato a nuove nozze e purché titolare di un assegno di mantenimento (assegno divorzile), ha diritto ad una percentuale dell'indennità di fine rapporto (il c.d. TFR) percepita dall'altro coniuge al momento della cessazione del rapporto di lavoro o del pensionamento (art. 12-bis l. 898/1970). Tale percentuale è pari al 40% dell'intera indennità di fine rapporto (anche detta comunemente "liquidazione") riferita agli anni lavorativi che sono coincisi con il matrimonio. Va precisato che nel computo degli anni vengono conteggiati anche quelli di separazione, sino alla data del divorzio (la separazione infatti non muta lo status di coniugi, trattandosi essenzialmente di

Il nostro legislatore ha voluto dare tutela ai rapporti necessari tra genitori separati, divorziati o non più conviventi, ed i propri figli. Il Codice Penale italiano, infatti, all'art. 574 prevede, in breve, che, chiunque sottrae un minore degli anni quattordici, o un infermo di mente, al genitore esercente la patria potestà, al tutore, o al curatore, o chi ne abbia la vigilanza o la custodia, ovvero lo ritiene contro la volontà dei medesimi, è punito, a querela del genitore esercente la potestà dei genitori, del tutore o curatore, con la reclusione da uno a tre anni." La Corte di Cassazione, nella sentenza

La rottura di un matrimonio è sempre un evento spiacevole: sia dal punto di vista sentimentale e famigliare (soprattutto quando sono presenti dei figli) sia dal punto di vista economico. La sentenza di divorzio può prevedere la necessità di sostegno economico per la parte più debole economicamente, attenzione, l’assegno di mantenimento non va confuso con l’assegno divorzile. Il primo viene erogato durante la separazione, l’assegno divorzile invece è quello stabilito dal giudice quando il divorzio viene completato. Come funziona Il Tribunale quindi, nel momento in cui scioglie definitivamente il matrimonio pronunciando il divorzio, può stabilire che una parte versi all’altra una somma di denaro: Una

Accade spesso, nell'ambito delle separazioni conflittuali, che un genitore invochi a gran voce l'affidamento esclusivo dei figli a sé, nella convinzione che questa domanda, se accolta, gli garantisca un sostanziale "potere assoluto" sui minori e una corrispondente estromissione dell'altro genitore dalla crescita dei figli. Non è così. Dopo la riforma del 2006, che ha sovvertito il precedente scenario normativo e cristallizzato il diritto dei minori alla bigenitorialità, l'affidamento condiviso è divenuto la regola, quello esclusivo l'eccezione; il codice civile è inequivocabile laddove prescrive al Giudice di "valutare prioritariamente la possibilità che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori" e prevedere,